REGALI O DONI?
COSA METTERAI SOTTO L'ALBERO DI NATALE?
Una differenza che fa la differenza
Il Natale è alle porte e forse anche tu, come ogni anno, stai acquistando i regali per i tuoi amici, parenti e clienti.
Ormai da decenni è una pratica molto diffusa in Occidente, anche troppo mi viene da affermare. Come se le festività rappresentassero per i più soprattutto pranzi, cene e regali… Visto da questo punto di vista si considera solo l’aspetto consumistico del regalo e assomiglia più a un rito che a un atto volontario e amorevole. Un atto da compiere più per dovere che per iniziativa personale? E’ fatto con vero affetto e simpatia, dopo aver riflettuto e pensato al destinatario, o viceversa in fretta e con noncuranza, badando solo che costi abbastanza e, in contemporanea, non costi troppo?
Regalare è un gesto che nasce da un sentimento che trae origine dalla Festa stessa, non solo dal Natale ovviamente, ma anche dal desiderio gioioso di manifestare il nostro bene e il nostro affetto per qualcuno. Affetto che si festeggia appunto attraverso un dono.
Penso che il senso più profondo di un regalo si riferisca all’emozione di sentirsi più uniti e intimi. Regalare, idealmente, è un’azione che comunica stima e affetto e se fatta con autenticità può sostituire le parole.
L’aspetto importante, dal mio punto di vista naturalmente, è fermarsi un attimo per farsi un esame consapevole delle sensazioni ed emozioni, nonché dei pensieri, che accompagnano la nostra ricerca per i regali ai nostri cari. Cosa provo nel fare questa ricerca? Fastidio e stress, fretta o ansia positiva, gioia e eccitazione? Oppure una semplice serenità mi accompagna in giro per negozi o navigando in rete?
Magari per alcuni provo certe sensazioni mentre per altri son diverse. Da cosa dipende?
E aggiungo, che cosa mi dice tutto ciò sulla mia relazione con quella persona e dello “spendere” il mio denaro per essa?
Cerchiamo ora di capire meglio cercando di recuperare il vero significato dell’atto partendo proprio dalle due parole che in se stesse racchiudono delle differenze sostanziali.
Regalo s.m (probabilmente dallo spagnolo, riferito anticamente ai doni dei sudditi al Re)
Dono s.m (ciò che viene elargito per generosità)
Regalare e Donare non sono quindi sinonimi.
Regalare evoca l’idea della “regalità”, del tributo a chi meriti un riconoscimento in quanto appunto “regale”, un atto volto a riconoscere un merito o a compensare un debito, un favore verso qualcuno nei confronti dei quali è bene o meglio, da convenzione sociale, manifestare riconoscenza. E’un dare “pensato, misurato, calcolato”.
Donare è un’altra cosa: il verbo viene da dare, dare nel senso più pieno e profondo: significa dare qualcosa con amore e in modo incondizionato, noncuranti di ciò che arriverà in cambio, cioè senza nulla pretendere.
Il dono, a differenza del regalo, è un omaggio, un tributo ai sentimenti più che alla persona. Il dono sarà sempre più importante e più significativo dell’oggetto, indipendentemente dal suo valore economico, mentre il regalo resta sempre più misero e anonimo, anche quando è molto costoso.
Il dono è effetto della vera generosità, di chi dà e poi se ne dimentica.
Quindi chi dona sceglie l’oggetto come simbolo, con l’intenzione di trasmettere amicizia, stima, amore, come se queste ricchezze sapessero trasfondersi nel dono…
Chi dà in modo incondizionato si impegna con le proprie risorse, personali ed economiche, nella ricerca di ciò che saprà esprimere, senza troppe parole e nel modo più autentico, l’affetto vero che nutre per chi scarterà il pacchetto sotto l’albero.
Chiarita questa differenza, i regali, e nello specifico ora, quelli natalizi, ben impacchettati sotto l’albero, appaiono spesso quasi come una tassa di dazio e una voce nel bilancio famigliare di dicembre. La tredicesima è arrivata proprio per poter alimentare questa macchina degli acquisti. Quanto è vero ciò per te? Ti riformulo a questo punto la domanda iniziale? A Natale farai doni o regali? O forse meglio quanti saranno doni e quanti regali? Quanto volentieri destini alcuni dei tuoi risparmi a questo? Sono domande magari un po’ impegnative ma che spero possano portarti a qualche buona riflessione e che sia utile a farti recuperare, se per te necessario, un po’ di senso del vero Natale.
“Poi aprirono i loro scrigni
e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra”
(Mt. 2, 11)
N.B: I Re Magi fecero doni al Bambino Gesù. Ma che significato avevano? Penso che ognuno fin da bambino si sia interrogato sul loro significato ma poi magari solo pochi lo hanno approfondito.
L’oro sta a simboleggiare la regalità del Bambino (metafora del nostro Sé interiore) e quindi non poteva che essergli offerto l’oro, il metallo più nobile della terra, incorruttibile ed eterno, luce imprigionata nella materia.
L’incenso è la resina, il cui profumo ha funzione di elevazione nei riti sacri. Viene offerto al Bambino che ha funzione di mediatore tra cielo e terra, di sacerdote che sacrifica sè stesso.
La mirra, che era considerata erba rara nell’antichità, panacea di tanti mali, ingrediente fondamentale delle ricette mediche, acqua di vita, diventa un dono ideale per Colui che appare nei Vangeli come medico, guaritore dell’anima e del corpo.
Oro al Re, Incenso al mediatore-sacerdote e Mirra al guaritore.
I Re Magi avevano veramente cercato di comprendere cosa potesse piacere e interessare al loro Re dell’anima.
