ANTENATI MITOLOGICI DEL DENARO: LA PARABOLA DEI TALENTI
Il talento era originariamente una misura di peso. Quando i metalli divennero denaro, il talento greco divenne misura di scambio e nell’antichità fu moneta delle più diffuse.
La parola indica anche disposizione e voglia, desiderio acuto, talvolta cogente e dissennato, capace di assoggettare a sé anche la ragionevolezza, come attestano i danteschi “peccator carnali che la ragion sommettono al talento”. Più genericamente il talento è inclinazione spontanea e lieta, gentile.
I vari significati si unificano però grazie al nucleo simbolico del denaro e lo percepiamo chiaramente nella parabola dei talenti: il talento è valore.
Conosciamo perfettamente tutti la parabola con il padrone che affida ai suoi servi i suoi beni prima di partire per un viaggio, a ciascuno secondo la sua capacità. A chi cinque, a chi due, a chi uno. Mentre i primi due li impegnarono e li fecero fruttare, il terzo si preoccupò di non perderlo e lo nascose sotto terra. Passò molto tempo, ma quando il padrone fece ritorno chiese conto dei propri beni. Fu molto soddisfatto dei suoi servi e li ricompensò. Orgoglioso di loro ma non certo del terzo che non agì per paura, lo definì malvagio e indolente. Tolse quindi il talento a questo servo e lo consegnò a chi aveva raddoppiato i suoi talenti: “Perché a chiunque ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto”.
Il contenuto manifesto di questa storia si sofferma proprio sul talento come moneta e porta a immediate considerazioni economiche: il denaro si auto-riproduce se ben guidato e investito, mentre rimane sterile se nascosto e tesaurizzato.
Questo diventa un fenomeno a spirale nella civiltà del denaro: chi più possiede più guadagna e viceversa.
Decisamente più interessante il significato latente della parabola, dove il termine si arricchisce di significati psicologici che enfatizzano il valore dell’inclinazione personale, della propria dote, della qualità soggettiva che ognuno possiede. La storia qui ci dice che ogni essere umano possiede un patrimonio di talenti personali diversi per qualità, intensità, direzione e anche quantità certo. I talenti quindi sono le potenzialità originali e creative dell’individuo che vanno, però, attualizzate, impegnate, manifestate. Pena la loro sterilità.
Tutto questo fa parte di un processo di individuazione e di maturazione personale. Ma fa anche parte di una crescita collettiva, dove a ognuno viene chiesto di fare la propria parte per il bene comune.
La vera volontà di potenza, di cui ci parla Nietzsche, è volontà di realizzare le proprie potenzialità, di dare attuazione ai propri talenti.
L’io personale è la struttura deputata a farsi portavoce e attuatore di questa inclinazione personale e divina, ma non ha capacità di scelta in questo: i talenti sono dati e decidere diversamente porta l’essere umano di fronte a crisi esistenziali e angoscia di vivere. “Diventa chi sei” implica azione consapevole di riconoscimento del proprio talento, non di totale ideazione.
Da un punto di vista più pratico, quindi, il denaro costella i talenti individuali, attiva paradigmi di vita.
Fare esperienza con il denaro costituisce un’area esistenziale concreta, nella quale l’individuo lavora contemporaneamente alla sua realizzazione economica e individuativa. E’ storia nota che la ricerca e l’amministrazione dei propri soldi, inneschino, spesso, le motivazioni più convinte, mobilitino le risorse più creative e attivino sforzi intensi. Sono quindi occasione simbolica per mettere in atto i propri talenti.
Sottolineo che non a caso la civiltà del denaro è anche civiltà del lavoro: attuare il proprio talento è in connessione profonda con la valenza simbolica del lavoro e con le funzioni psicodinamiche dell’io.
Questo articolo è tratto da un elaborato dal titolo “Il denaro come strumento di Partnership” realizzato per l’Università di Udine per il conseguimento del “Master in Partnership e Sciamanesimo. Letterature, psicologia e società”, percorso che mi è stato molto utile a sviluppare un personale pensiero critico e costruttivo per lo sviluppo del mio metodo “Money Life Balance“.